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TERAPIA DEL DOLORE E FINE VITA L’EUROPA PREPARA NUOVE REGOLE

11/07/2017

In un’ Europa sempre più vecchia, oltre cento milioni di anziani ogni anno potrebbero trarre beneficio dalle terapie cosiddette “palliative” alle quali in realtà accede di essi uno scarno 8%. Nel nostro paese, relegato al 12° posto in questo settore persino dietro alla Polonia, solo il 15% dei malati arrivati alla fase finale di una malattia cronica riceve un trattamento di fine vita adeguato a restituire dignità alle sofferenze fisiche e psicologiche e a supportare la famiglia. La necessità di implementare le cure palliative e la terapia del dolore è ormai considerata un’ urgenza comunitaria tanto che a Bruxelles, l’ Associazione europea di cure palliative (Eapc) e la Società europea per la medicina geriatrica (Eugms) hanno presentato al Parlamento europeo un manifesto che in sei punti delinea un nuovo modello assistenziale e auspica il coinvolgimento di palliativisti e geriatri.

«Il classico modello di cure palliative e terapia del dolore disegnato per un paziente giovane adulto grave con tumore e pochi mesi di vita non può funzionare – afferma Giovanni Gambassi, specialista in medicina interna e geriatria al Gemelli di Roma – serve un cambio di rotta, un nuovo modello adattato alle malattie croniche cosiddette “allargate” che coinvolgono oltre ai malati, famiglie intere per lunghi anni, una diversa assistenza che oltre a gestire i sintomi del fine vita riduca di un buon 60% i costi». Il manifesto se approvato al Parlamento europeo aprirà la strada a un piano di investimenti per la formazione dei medici, la ricerca e la comunicazione, non sempre facile e della quale si parlerà al prossimo Convegno nazionale della Società italiana di cure palliative (da oggi al 12 a Torino). Sebbene sei medici di famiglia su dieci ritengano fondamentale trattare in modo appropriato il dolore cronico, un’ indagine Mundipharma rivela come solo un medico su quattro conosca bene la legge 38/2010 che ha sancito il diritto di tutti a non soffrire. Scarso anche il monitoraggio del dolore (solo il 27% dei medici è attento al problema). «Una ricognizione de primari oncologi (Cipomo) su dieci centri di oncologia medica – sottolinea l’ oncologo medico Sandro Barni dell’ ospedale di Treviglio – evidenzia come i medici sottovalutino ancora l’ utilità dei farmaci adiuvanti, cortisonici e antidepressivi modulatori importanti del dolore, e quanto sia necessario serrare i controlli nelle prime settimane per aggiustare il trattamento». «Le cure palliative e la terapia del dolore sono per tutte le età, per tutti i malati inguaribili e devono diventare un supporto per le famiglie, la nostra normativa è la migliore d’ Europa – sottolinea Adriana Turriziani, presidente della Società cure palliative (Sicp) – adesso dobbiamo impegnarci perché i decreti attuativi vengano adattati alle realtà regionali e perché l’ assistenza sia il più omogenea possibile».

LaRepubblica MARIAPAOLA SALMI  ottobre 2012